Tarassaco

(Taraxacum officinale aggr.)

Il tarassaco è pianta erbacea perenne con radice fittonante, lattiginosa, carnosa, con numerose striature circolari scure. Lo scapo fiorale, alto 10-40 cm, è cavo, fistoloso, privo di foglie, provvisto anch'esso di latice. Le foglie, riunite in una rosetta basale, hanno forma oblunga o lanceolata, sono pennatofide o roncinate, irregolarmente dentate, raramente intere. I fiori, tutti ligulati di colore giallo-dorato, sono riuniti in un'infiorescenza a capolino portata singolarmente all'estremità dello scapo fiorale. La fioritura avviene dal mese di marzo al mese di novembre: durante la notte i fiori sono chiusi, alla luce si schiudono. Il frutto è un achenio glabro, di colore grigiastro biancastro, o bruno olivaceo, con pappo piumoso bianco (soffione).

NOME LATINO
Taraxacum officinale aggr.

FAMIGLIA
Asteraceae/Compositae

ALTRO NOME
Dente di leone, Soffione, Cicoria selvatica, Cicoria matta

NOME PATOIS
PIANTA: cicoria di prô (Saint-Nicolas), seucorie (Cogne), dèn de tchun (Ayas), liquei (Brusson), leitrôn (Champorcher), schwibliemo/schwimejò/tschikoriò (Gressoney), z'tschikorji (Issime).
FIORE: Trompetta (Étrobles), petaré (Montjovet), vira solòi (Ayas).

ETIMOLOGIA 
Sia l'epiteto generico che l'epiteto specifico si riferiscono alle virtù medicinali della pianta: in particolare Taraxacum deriva dal greco taraxacos, ovvero rimedio, mentre officinalis deriva dal latino e si riferisce alle sue proprietà terapeutiche.

DIFFUSIONE
Il tarassaco cresce nelle schiarite dei boschi di caducifoglie, nei luoghi erbosi incolti, al margine delle strade e dei sentieri, nei prati coltivati, nelle zone calcaree e sabbiose, negli ambienti ruderali. È presente in tutta Italia sino a 2000 m, come su tutto il territorio valdostano, sino a 2100 m.

PARTI UTILIZZATE
Foglie e rizoma (l'uso dei fiori è ormai abbandonato)

ATTIVITA PRINCIPALI
coleretica; diuretica; blandamente lassativa

IMPIEGO TERAPEUTICO
USO INTERNO
Come depurativo generale dell'organismo e in caso di insufficienza epatica, inappetenza, turbe digestive in genere.

USO ESTERNO
Come depurativo per pelli impure, con acne, dermatosi, verruche; schiarente per efelidi e lentiggini.
Azione antiemorroidaria e lenitiva dell'infiammazione locale.

PREPARAZIONI

  • Succo
  • Vino
  • Decotto
  • Tintura

USI TRADIZIONALI IN VALLE D'AOSTA
Il tarassaco era utilizzato per migliorare la circolazione e per depurare il sangue: a questo fine si consumavano le foglie cotte, oppure quelle più tenere, crude in insalata, o ancora si beve l'acqua delle foglie. L'infuso di tarassaco era assunto in caso di problemi della pelle, per favorire la depurazione, oppure per combattere la stitichezza.

COLTIVAZIONE
Nel passato il tarassaco era esclusivamente raccolto allo stato spontaneo, attualmente è una pianta medicinale la cui coltivazione è ampiamente diffusa. La coltura ha una durata poliennale; tuttavia è opportuno non superare i due anni di impianto, al fine di ottenere rese elevate. L'impianto è realizzato all'inizio della primavera, tramite semina diretta o mediante trapianto di piantine precedentemente preparate in semenzaio. La coltura presenta una conduzione semplice, caratterizzata da normali sarchiature e una concimazione medio-elevate.

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